Reception
- Boèmia
- 18 set 2018
- Tempo di lettura: 5 min
Alla reception dell’hotel, quando diedi il nome che avevo concordato, mi diedero la chiave di una stanza. L’albergo era di lusso e affollato di gente che entrava e usciva. Salii al piano e provai a bussare alla porta della stanza. Non ebbi risposta. infilai allora la chiave magnetica nella fessura ed entrai. era buio, ma le luci si accesero automaticamente. chiesi permesso ed entrai. Sembrava non esserci nessuno. Sul letto c’era un pacco con sopra un biglietto, scritto a mano. "Indossa tutto quello che c'è nel pacchetto e scendi nel bar dell'hotel. Mi raccomando: devi indossare soltanto ciò che c'è nel pacchetto, nient'altro." il biglietto era firmato dal mio amante misterioso, da colui con cui avevo, tramite internet, organizzato questo incontro al buio dopo mesi di scambi epistolari. nessuno di noi due conosceva l’aspetto dell’altro. Nel momento in cui fossi scesa vestita come aveva predisposto, lui mi avrebbe riconosciuto mentre io no. Aprii il pacchetto e cominciai a tirare fuori gli indumenti da indossare. “Ecco perchè ha voluto sapere con precisione le mie misure.” Pensai. Il pacchetto conteneva: – scarpe tacco 12 aperte e intrecciate sul davanti – calze a rete sottile con reggicalze – vestitino nero corto aderente, aperto sulla schiena, con spalline, strass e frange, molto elegante ma anche molto provocante – un ciondolo d’oro e pietre preziose con orecchini, braccialetto e cavigliera intonati – una borsettina a tracolla in tinta col vestito – delle mutandine molto minimali con un piccolo oggetto posizionato all’altezza del clitoride, probabilmente un piccolo vibratore che però non compresi come attivare – un piccolo gioiello argenteo da inserire nell’ano in modo che rimanesse fuori la parte decorata. con passo un po’ incerto, a causa dei tacchi e dell’oggettino che sentivo dentro l’ano, mi diressi verso gli ascensori, per scendere al piano terra. mi guardai allo specchio e pensai che avrei fatto girare gli sguardi di tutti gli uomini della sala. Entrata nell’ampio bar dell’hotel mi guardai attorno, sperando di cogliere nello sguardo di qualcuno un indizio che mi facesse capire chi mi aspettava lì. notai molti sguardi allupati ma nessuno che mi facesse pensare di aver individuato il mio amante sconosciuto. Con passo ora più sicuro andai al bancone, ordinai un superalcolico per darmi la carica e volsi lo sguardo alla sala, guardandomi attorno. passarono molti minuti. nessuno si fece avanti anche se ero diventata l’attrazione principale del locale: una donna sola, bellissima e vestita sexy. Probabilmente alcuni cercavano di capire se aspettavo qualcuno oppure pensavano che fossi una squillo d’alto bordo. “Aspetta qualcuno?” Sentii una voce provenire dalla mia destra, era una voce calda, con un leggero accento straniero. Mi voltai. era un bell’uomo, tra i quaranta/cinquant'anni circa. Aveva lineamenti regolari e un accenno di barba. era vestito elegante, in giacca e cravatta. in mano aveva un bicchiere. “sì, aspetto qualcuno… ma non so chi.” risposi, con un sorriso. “bella risposta.” mi sorrise a sua volta. mentre gli parlavo lo studiavo. Non mi aveva dato nessun indizio per farmi sapere se era o no il mio amante misterioso. In compenso era galante e affascinante. Dentro di me pensavo fosse lui ma, se anche non lo era, la sua compagnia era gradita. “Se non si è fatto vivo fin’ora, peggio per lui.” Pensai. Mi guardavo attorno per vedere se c’era qualcuno che ci fissava, ma non notai nessuno. Ad un certo punto, improvvisamente, sentii qualcosa nelle mutandine. il mini vibratore si era azionato o qualcuno lo aveva azionato a distanza. guardai il mio interlocutore per capire se poteva essere stato lui, ma non ne fui sicura. dovetti sforzarmi per dissimulare. L’eccitazione cresceva e dovevo contenermi. “Tutto bene?” mi chiese lui. “Mi sembra agitata.” il suo tono sembrava normale, senza sottointesi. “sì, tutto bene. ho solo un po’ cald…” la voce mi si interruppe a causa della variazione nella vibrazione che mi causò quasi un orgasmo. la vibrazione mi stava facendo morire di piacere e dovevo cercare di non farlo notare. avevo già dato abbastanza spettacolo in quel bar. Non ce la facevo più. “senta.” gli dissi prendendolo per un braccio e stringendo. “Ho una camera in questo hotel. Vuole venire su con me?” “In camera? è sicura?” “Sì, sono sicura. Quando lei mi ha rivolto la parola sono sicura che aveva in mente di portarmi a letto. bene. ho voglia di essere scopata. vuole perdersi questa occasione?” “non sono in grado di dire di no ad una donna come lei.” Quando ci alzammo la vibrazione finì improvvisamente. “grazie” dissi con lui. in ascensore ci baciammo e mi palpò il sedere. entrati in camera notai che sul letto non c’erano più i miei vestiti e la carta del pacchetto che avevo lasciato sopra. Questo significava che il mio amante misterioso era passato di qua dopo che ero scesa. Non ebbi tempo di farmi troppe domande perchè l’uomo si avvinghiò a me e mi persi nella lussuria. lo stupore con cui scoprì il mio gioiellino anale sembrò sincero. “ti piace prenderlo nel culo?” mi chiese togliendomelo. “sì.” risposi io, sincera. Le mutandine non me le aveva tolte e mentre mi sodomizzava il vibratore si accese dandomi ulteriori scariche di piacere. se ne era appena andato. io ero stesa sul letto, nuda, e mi stavo riprendendo dalla faticosa scopata. In bocca sentivo il sapore del suo sperma. Udii un rumore. qualcuno aveva bussato. Mi diressi alla porta della stanza e vidi un bigliettino che era stato fatto passare da sotto alla porta. lo presi in mano e lo lessi: "indossa la benda che c'è nel cassetto del comodino e aspettami sul letto." Provai ad aprire la porta di sorpresa. guardai a destra e a sinistra nel corridoio ma non vidi nessuno. Ci pensai un po’ su ma poi mi decisi a seguire gli ordini. la prima volta era andata bene, chiunque fosse l’uomo con cui avevo scopato. l’attesa mi sembrò interminabile, nel buio causato dalla benda sugli occhi. finalmente sentii qualcuno che apriva la porta e dei passi. nessuna parola, solo delle mani (potevano essere le stesse di prima? può darsi) che mi afferrarono, mi fecero girare e mi posizionarono con il culo per aria. un cazzo, grosso, forse più di quello di prima, mi penetrò senza tanti preamboli nella figa. mi scopò a lungo (forse perchè già stanco?). ad un certo punto mi fece sussultare, mi sentii penetrare anche nell’ano. Capii che stava usando un dildo di gomma. Fece fatica a farlo entrare. mi sembrò grosso, molto grosso. uscì dalla stanza, furtivamente, mentre avevo un orgasmo, con il dildo piantato nel culo. mi tolsi la benda che se ne era già andato. per terra un bigliettino: "sei stata fantastica. tieni pure il vestito, il dildo e tutto il resto. come ricordo. grazie."
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