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Dearlene - Chiudo gli occhi e mi godo questo fottuto inferno.

  • Immagine del redattore: Boèmia
    Boèmia
  • 11 ott 2018
  • Tempo di lettura: 1 min


"Siamo solo dei corpi, delle voci, delle lingue che si frugano veloci nella notte. Tutto il resto non conta. Ci piace così. Siamo Escort."








Lo aspettai dentro la sua limousine parcheggiata. Da fuori era impossibile vedere dentro attraverso i vetri oscurati, mentre da dentro si vedeva tutto. La gente fuori scrutava con interesse quella automobile lussuosa e, a loro insaputa, lussuriosa. Sembrava che guardassero me, invece vedevano soltanto il loro riflesso sui vetri.

Questo fatto rendeva molto strano e molto eccitante starsene totalmente nuda, a parte le autoreggenti ed un paio di scarpe aperte col tacco a spillo, appoggiata ai sedili con il volto e le ginocchia e con il culo verso l’alto. Le chiappe aperte mostravano il buchetto in mezzo, ben depilato per l’occasione.

Ci impiegò parecchio a tornare. La trattativa di lavoro andava per le lunghe. Quasi mi ero assopita quando rientrò improvvisamente facendomi sobbalzare. Chissà se qualche passante ha intravisto, per un attimo, dalla portiera aperta, la mia posizione oscena.

L’affare non doveva essere andato benissimo. Lo capii dal modo in cui mi sodomizzò, più brutale e più silenzioso del solito.

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