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Boèmia: Sotto al vestito non nasconde nulla, ma sotto sotto conserva alcuni segreti.

  • Immagine del redattore: Boèmia
    Boèmia
  • 24 set 2018
  • Tempo di lettura: 2 min


Il tempo era perfetto.

Profumo e rumore di pioggia.

Avrebbe voluto avere accanto a sé ancora quell’uomo.


Doveva però reagire e così decise di riprendere in mano le sue passioni e le sue inclinazioni. Ricominciò a scrivere e decise che quello che le sarebbe sempre piaciuto fare era raccontare storie erotiche. Era una donna che amava profondamente il sesso. Le piaceva il modo in cui sapeva di dar piacere e godeva del piacere che procurava. Così iniziò a leggere racconti erotici, libri scritti da anonimi perversi come lei.

Qualcuno la eccitava e la faceva venire, qualche altro non le faceva alcun effetto forse perché identificava in alcuni personaggi gli uomini che erano stati con lei e che non erano stati in grado di lasciarle alcun ricordo su cui potersi concentrare quando aveva voglia di godere.

La verità è che le scopate migliori erano quelle fatte con D. e per quanto si sforzasse di pensare ad altro, quando affondava le sue dita nel suo piacere, lui le veniva sempre in mente.



"Era difficile dimenticare quel cazzo ed era difficile dimenticare la loro ultima scopata."



Era mattina e appena preso il caffè lui la prese da dietro alzandole il babydoll di pizzo e, nel toglierle le mutandine, disse “Questa mattina ho proprio voglia”. Lei si infuocò in un attimo, era bagnata e colava piacere anche solo nel sentire quel fiato sul collo. La penetrò immediatamente da dietro, colpi precisi e decisi. Aveva il cazzo durissimo tipico delle prime ore del mattino e odorava di sesso. Le mise le dita in bocca come a simulare un pompino sussurrandole nell’orecchio “Succhialo”.

Lei si inginocchiò per leccarglielo e assaporare i fluidi dei loro corpi.  Ma voleva venire subito, così lo prese per mano e lo portò sul divano con finta dolcezza. Lui la penetrò alla missionaria e come al solito riusciva a colpire dritto in fondo al piacere.  Uno, due, tre, dieci colpi e lei venne. Dopo pochi istanti lui lo tirò fuori d’un colpo e poi riempì il suo ventre di sperma. Caldo, profumato e morbido. Lei lo percepiva così.

Non aveva fatto in tempo a dirgli che si sarebbe voluta far venire in bocca. Peccato! L’ultima scopata le era rimasta “in gola”.





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