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Berlino & Bertrand - (BB)

  • Immagine del redattore: Boèmia
    Boèmia
  • 5 ott 2018
  • Tempo di lettura: 3 min

- Bello come un Dio Greco -


"Ti metti in posa e ammicchi, meraviglia delle meraviglie, uomo da scoprire, uomo da possedere. Fai un giro su te stesso, mi guardi e porti alle labbra il tuo bicchiere di rum...è così che amo ricordarti, una immagine fissa del nostro primo incontro,

due perfetti sconosciuti a Berlino"




Arrivo in aeroporto e scopro presto che il mio aereo partirà con un’ora di ritardo. Devo imbarcare il bagaglio, superare i controlli di sicurezza e andare al gate, ma c’è tempo. Ti telefono. Rifiuti e mi videochiami. La tua faccia compare sul mio smartphone. Sei bello: tu con i tuoi occhi profondi e scuri. Stai a petto nudo. Guardo le tue clavicole: mi fanno perdere la testa, starei lì a baciare per ore quei due pezzetti che t’incorniciano il collo dal basso. Mentre mi parli rivedo i frame delle ultime notti passate assieme. Ci siamo consumati a suon di baci, facendo strusciare la pelle di uno su quella dell’altra, abbiamo toccato l’una il corpo dell’altro e viceversa, abbiamo premuto le mani sui nostri corpi, le abbiamo usate per tapparci le bocche e non urlare dal piacere. Mi perdo per un attimo nel nostro grumo di corpi e in pochi secondi ti ritrovo sul mio schermo mentre, con la faccia furbetta, mi chiedi se puoi toccarti. Ti dico che va bene, ma che devi farmi vedere tutto. Sono al centro della hall d’ingresso dell’aeroporto, in piedi, in mezzo a miriadi di persone che passano veloci e mi sto eccitando. Per fortuna indosso gli occhiali da sole, l’ultima fortezza tra me e il mondo circostante. Il mio liquido sta colando piano sulle mutandine. Cominci a toccarti. Il tuo cazzo è duro e la tua mano lo avvolge generosamente. Per un attimo rivivo la sensazione di averlo dentro e ansimo piano. Un brivido di piacere s’irradia dalla pancia, stringo piano le gambe e lo assecondo. Mi gira un po’ la testa, mi guardo attorno e cerco un pilastro al quale poggiarmi. Eccolo! Lo raggiungo e mi ci poggio di schiena. Ricomincio a guardarti sul mio schermo. Muovi la tua mano prima piano e poi veloce, la lasci salire e scendere lungo il tuo cazzo. E io sono sempre più bagnata. Cerco di evitare il contatto visivo con ogni passante perché m’imbarazzerebbe troppo.Ti fisso sul mio telefono e sfrego piano le gambe per cercare di prendermi quel poco di piacere che posso concedermi adesso.

Toccati l’ano”, ti dico. La tua mano scende e cominci a toccare la pelle sotto il membro. Ansimi nelle mie cuffiette. Anch’io ansimo un po’ e, involontariamente, mi lecco le labbra, le mordo, deglutisco. “Te lo prenderei in bocca se fossi lì”, dico per farti impazzire. La mano ritorna sul tuo cazzo e cominci a muoverla velocemente. Mi concentro a fissare il tuo viso: sei stravolto dal piacere. Godi e mi guardi con gli occhi vogliosi cercando di farmi capire che stai per venire. Fisso il mio sguardo sulla tua mano e, in pochi secondi, un fiotto di sperma bianco brillante inonda la tua pancia abbronzata. Ansimo un po’ più forte. “Chi se ne fotte se mi sente qualcuno”, penso. Mi poggio disfatta, per qualche secondo, al pilastro che mi regge; mi sento come di aver scopato per davvero con te. Mi accorgo che mi rimangono tre minuti per imbarcare il bagaglio. Chiudiamo velocemente la videochiamata. Corro al banco check-in e l’hostess, irritata, mi chiede perché mi presenti letteralmente all’ultimo minuto per imbarcare il mio bagaglio. “Hai fatto arrabbiare l’assistente di volo!”, ti dico, poco dopo, ridendo in un vocale. “Ho imbarcato il bagaglio al limite e mi ha domandato stizzita se fossi in ritardo”, continuo. “Avrei voluto risponderle”, concludo, “che stavo solo scopando al telefono con te”.

BB




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