La cena
- Boèmia
- 21 set 2018
- Tempo di lettura: 2 min

Intorno a noi, della gente normale mangia ai propri tavoli,mentre un cameriere ci porta i nostri bicchieri di vino rosso. Ti osservo. Sensuale in ogni centimetro della tua pelle. Quel tuo vestito nero attillato e quella spaccatura che mostra il tuo generoso e provocante seno, avevano già fatto girare tutto il locale, dopo che il ticchettio dei tuoi tacchi alti ti avevano annunciato prematuramente. Eri a tuo agio tra i mille sguardi rubati da uomini eccitati e donne curiose. Il suono dei nostri bicchieri, ruppe un breve silenzio. Le tue labbra rosse si appoggiavano sul bicchiere e fissandomi maliziosa stavi per iniziare il tuo gioco, raccontandomi cosa avevi fatto la sera prima con un tuo collega. Ti ascoltavo, mentre minuziosamente mi dicevi come lui ti aveva posseduta con forza e come tu avevi leccato il suo enorme cazzo. Mi vedevi eccitato, perché sapevi che riuscivo a vederti nella mia mente chiaramente, ma volesti accertartene togliendoti la scarpa, e controllando con il tuo piede la mia eccitazione. Strinsi le gambe, per trattenere il tuo piede, che non smetteva di tastare. Quando il cameriere arrivò per chiedere quello che volevamo, tu lo guardasti come al tuo solito, lanciando sguardi che avrebbero incendiato chiunque. Notavo la sua fatica ad aspettare che noi decidessimo ed io con le mie battute ironiche lo prendevo in giro per ogni errore che commetteva sul menù. Rimanemmo di nuovo soli, tra una portata e l’altra, mentre cercavi di torturarmi ed eccitarmi con il tuo racconto. Interrompesti, per andare in bagno, dove ti seguì furtivo. Ci baciammo e la mia mano, ti alzò il vestito corto e si infilò su per la tua figa. Con le dita iniziai a massaggiarla, finché non sentì il tuo respiro accelerare. Sentivo la tua voglia crescere, quando passai il mio dito tra le tue labbra. Subito capisti cosa dovevi fare e lo succhiasti avidamente. Aspettavi che tornasse lì, ma smisi e tornai al mio posto. Leggevo la tua delusione, ma era la tua voglia che volevo. Ora ancora più crescente. Sentivo il tuo corpo fremere e desideroso di un contatto. Ed ogni volta che lo sfioravo, sentivo il brivido accompagnarlo. Anche gli altri percepirono la nostra forza, il nostro desiderio. Si leggeva nei loro volti scuri, curiosità per i nostri sorrisi ed i nostri sguardi di fuoco. Non era ancora iniziata la serata ed io e te eravamo come una bomba in procinto di esplodere.
G.
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