I poeti laureati mi perdoneranno, se faccio vincere il sangue che non conosce padroni.
- Boèmia
- 17 set 2018
- Tempo di lettura: 1 min
In un modo tutto nostro, siamo andati in culo anche alla poesia.
Non era necessario, ma è stato bello.
Cos’è il bello, se non questa caduta (di ogni pretesa) dentro la stretta di corpi sempre pronti a scoparsi anche le parole e a non darla vinta al numero, alla durata, alla fretta di vivere?
In tutto questo io e te
appena un sovrappiù di una poesia, e il corpo di ognuno, da sempre, resta la vera critica di tutta la possibile alchimia.
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